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DANZE STANDARD: IL Tango

« Il tango non è maschio; è coppia: cinquanta per cento uomo e cinquanta donna, anche se il passo più importante, l' "otto", che è come il cuore del tango, lo fa la donna. Nessuna danza popolare raggiunge lo stesso livello di comunicazione tra i corpi: emozione, energia, respirazione, abbraccio, palpitazione. Un circolo virtuoso che consente poi l'improvvisazione. (Miguel Ángel Zotto) »
Il tango è un ballo basato sull'improvvisazione, caratterizzato da eleganza e passionalità. Il passo base del tango è il passo in sé, dove per passo s'intende il normale passo di una camminata. La posizione di ballo è un abbraccio frontale circa asimmetrico, secondo lo stile, in cui l'uomo con la destra cinge la schiena della propria ballerina e con la sinistra, le tiene la mano, creando quindi una maggiore distanza tra la spalla sinistra dell'uomo e la destra della donna.
Poche regole semplici dettano i limiti dell'improvvisazione: l'uomo guida, la donna segue.
Fondamentalmente è l'uomo che chiede con un linguaggio puramente corporeo alla propria ballerina di spostarsi. Tuttavia, per motivi didattici sono state introdotte delle sequenze con passi predefiniti, come la Salida basica.
Il tango argentino è caratterizzato da tre ritmi musicali diversi ai quali corrispondono altrettante distinte tipologie di ballo: Il Tango, la Milonga e il Tango vals (Vals criollo). Musicalmente il Tango ha un tempo di 4/4 o 2/4, come la Milonga, mentre il Tango Vals, che deriva dal Valzer ha tempo 3/4.
I ballerini di tango praticano differenti stili, facenti capo a grandi interpreti delle sue fasi storiche, o ai quartieri di Buenos Aires o cittadine nella sua vicinanza, dove si sono contraddistinti. Alcuni stili di ballo sono: Apilado, Milonguero, fantasia, salòn, show, Avellaneda, Villa Urquiza, nuevo.
Tra i ballerini più famosi vanno citati Miguel Balmaceda, Antonio Todaro, Pepito Avellaneda José Benito Ovidio Bianquet detto "El Cachafaz", Juan Carlos Copes, Miguel Angel Zotto, Osvaldo Zotto (prematuramente scomparso) o Carlos Gavito, noto per aver introdotto un tipico abbraccio "sbilanciato" (apilado), Gustavo Naveira y Giselle Anne, che con Fabian Salas e Pablo Veron sono alla base dell'evoluzione del tango moderno, Mariano "Chicho" Frumboli, Esteban Moreno y Claudia Codega, Adrian Veredice y Alejandra Hobert, Sebastian Arce y Mariana Montes, Pablo Garcia,Pablo Moyano solo per citarne alcuni tra i più famosi.
Alle origini del tango argentino troviamo il "Canyengue", intorno al 1880. Tipici i movimenti rapidi e corti (arraballero). Soppiantato negli anni quaranta. Lo stile milonguero è caratterizzato da un abbraccio stretto e movimenti contenuti e adatti agli spazi ristretti. Uno stile sobrio, semplice e passionale. I ballerini spesso si appoggiano l'uno all'altro e l'asse individuale viene sostituito da un asse condiviso attorno al quale si muove la coppia.  Il tango salon, nato nel passato nei salotti dell'aristocrazia, è caratterizzato da abbraccio più largo rispetto al milonguero, maggior rispetto per l'asse individuale, una ricerca per l'eleganza e la spettacolarità del movimento.  Negli show o spettacoli vari sia in teatro che nelle strade i ballerini si esibiscono nello stile detto "Tango show" caratterizzato da figure coreografiche e passi di forte effetto spettacolare.
Negli anni '60 e '70 si afferma il tango fantasia, che molto si distacca dal tango tradizionale. Negli anni 2000 si è sempre più affermato un genere noto come Tango Nuevo ballato soprattutto sulle note del tango elettronico. Un movimento vero e proprio si è venuto a creare attorno alla ricerca costante di nuove forme di movimento nel Tango, in Europa e di ritorno nella stessa Argentina.
In tutto il mondo si assiste ad una diffusione del Tango capillare, in costante crescita dal 2000; segno di questo è il proliferare delle milonghe, cioè i luoghi dove si balla e si "vive" il tango, e la nascita di compagnie che rappresentano il Tango sul palcoscenico e di orchestre. Festivals ed eventi di Tango sono ormai presenti in quasi tutte le grandi e mediograndi città del mondo. In Europa grande diffusione ha avuto il Tango in Olanda ed in Francia, di seguito in Italia (patria d'elezione per molti artisti argentini, di origine italiana) ed in tutte le altre nazioni europee.
Al di fuori dei patrii luoghi del Rio della Plata, il tango argentino nella sua forma originale si è espresso, oltre che nelle esibizioni teatrali, nelle sale chiamate "milonghe" (inesistenti in Italia prima degli anni '90 del novecento) ma non nei luoghi classici del ballo di coppia più o meno popolari/privati: le "sale/feste da ballo" e, ad esempio in Italia, le "balere". Luoghi da sempre territorio, per quanto riguarda i balli di coppia, dei "balli standard" ("international ballroom").
Dopo il successo degli spettacoli delle prime compagnie Argentine a Parigi agli inizi del '900, il mondo dei balli standard non poteva più ignorare questo nuovo ballo che interpretava un modo nuovo, meno simmetrico e più complesso di intendere la coppia. Tale mondo, molto codificato attraverso specialistiche riviste prevalentemente anglosassoni, con la pretesa di dettare regole precise e internazionali tali da potere essere applicate da qualsiasi ballerino non professionista nelle sale di tutto il mondo, non poteva ignorare il tango ma nemmeno poteva accettarne la forma libera e l'intima sensualità.
Analogamente a com’era già avvenuto per il valzer, dove il veloce, aderente, inizialmente considerato indecente, stile viennese (un, due, tre) aveva dato origine al lento, quasi distaccato, stile inglese (dieciotto passi), lo stesso accadde anche per il tango. Nacque quindi il "Tango standard" o, più correttamente, il "Tango British", quasi una caricatura di quello originale. Possessivo, conflittuale, a volte aggressivo, caratterizzato da movimenti rigidi, scattosi, casquet, rose tra le labbra etc... Arrangiamenti musicali molto scanditi se non, addirittura, militari. Canzoni spesso declinate in estremi di possesso e gelosia (fino ad includerne le parodie).
Il tango delle sale da ballo, il british, sarà chiamato semplicemente "tango" e nel '900, si diffonderà, nel mondo, al posto di quello originario. Quello originario, invece, a lungo agnostico a gare e regole, fuor di patria era mostrato solo negli spettacoli teatrali e, quando sarà necessario distinguerlo, sarà chiamato "tango argentino".
Nel 1914 fu un tango british quello mostrato, dai maestri di ballo di corte italiani (i maestri Pichetti), a Pio X per ottenere la revoca della sanzione ecclesiastica. Nella sua poesia "Tango e Furlana", Trilussa ironizzerà sull'esibizione fatta al Papa.
Ancora oggi, i due generi sono spesso confusi dai più.
Il tango e il ballo tipico argentino.

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DANZE STANDARD: Il Valzer Inglese

Il Walzer, fin dal suo primo diffondersi, a seconda delle aree geografiche, fu interpretato o nella forma moderata o nella versione allegra.

In America venne elaborato nella forma moderata. A livello musicale si arrivò a dimezzare il numero di battute al minuto. Con un ritmo molto più lento cambiò di conseguenza la stessa tecnica del ballo. Furono inventate delle figure ad ampio raggio eseguibili con passi strisciati sul pavimento. Ne nacque un nuovo ballo che fu chiamato BOSTON (proprio dal nome della città americana - e non inglese - dove ebbe la sua più grande affermazione).

Verso il 1890 il Boston fu portato in Europa. In verità, qui non ebbe immediatamente un grandissimo successo, anche perchè si era radicata la tendenza (l'abitudine) a ballare il Valzer veloce (Viennese o tradizionale).

Qualcuno intui' nel Boston un qualcosa di particolarmente stimolante sotto il profilo coreografico e lo esaspero', fino ad arrivare a passi figurati ed esitati.
Attraverso l'introduzione di pause e rallentamenti, con l'obiettivo di imprimere un tocco artistico alla danza, nacque il BOSTON FIGURATO anche detto HESITATION.

In Inghilterra il Valzer Viennese fu portato già nel secondo decennio del XIX secolo dai nobili che viaggiavano per l'Europa; ma per via della cultura puritana, non lo si poteva riproporre nella sua forma originale, in quanto il ballo di coppia chiusa era considerato disdicevole. Per questo motivo i maestri di ballo si ingegnarono in tutti i modi per renderlo compatibile con i costumi della loro società. Il ritmo fu rallentato parecchio, in modo tale che le figure di coppia chiusa e l'esecuzione dei volteggi non avessero tecnicamente bisogno  di uno stretto e permanente contatto dei danzatori. Dal 1830 a Londra si  ballava un valzer in due tempi che, nonostante la musica di 3/4, si articolava in due passi:

  • un passo strisciato sul primo battito + una esitazione sul secondo battito;

  • uno chassè sul terzo battito

In tale contesto, l'Hesitation ricevette un'ottima accoglienza. La sua tecnica e le sue figure fondamentali furono interamente recepite nell' ENGLISH WALTZ. Da questa confluenza nacque il prestigioso Valzer Inglese che oggi conosciamo e che nel corso degli anni allargò moltissimo il respiro e gli orizzonti. Si operò una perfetta sintesi fra l'ispirazione poetica di fondo del Valzer e la delicatezza spirituale dell'Hesitation.
I seguaci di questo nuovo ballo furono moltissimi. Anche grazie a cio', lo stile inglese trovò ulteriori conferme nel continente europeo ed ebbe facile gioco nella competizione con le impostazioni della danza di scuola francese.


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DANZE LATINE: Il Samba

Il samba è uno stile musicale originario del Brasile. Il nome "Samba" proviene probabilmente da semba, dialetto angolano che significa "panciata" a causa del modo in cui si ballava. In lingua portoghese è sostantivo maschile ma in italiano è consolidata la versione al femminile, come avviene per la Bossa Nova, la Rumba, ecc. Il samba più conosciuto a livello internazionale è "Aquarela do Brasil" di Ary Barroso
Il samba si sviluppò come genere alternativo di musica all'inizio del XX secolo a Rio de Janeiro (allora capitale del Brasile) sotto la forte influenza degli afrobrasiliani immigrati dallo stato brasiliano di Bahia. La vera "scuola di samba" (escola de samba), Mine, è stata adottata dai più grandi gruppi di musica samba nel tentativo di prestare l'attenzione verso le prestazioni del samba; le città universitarie locali erano spesso luoghi di pratica e performance per questi musicisti.
Il Samba trova la sua origine a Salvador di Bahia, il porto dove venivano sbarcati gli schiavi rapiti nell'Africa occidentale. Alla sua formazione contribuirono le tradizioni musicali di varie etnie africane, soprattutto joruba e naghò; nel samba originario (bajano) troviamo miscelati i ritmi delle liturgie di varie divinità appartenenti alle religioni di vari popoli africani: jongo, cateretè, batuque, bajaoed altri. L'origine del Samba è legato alla formazione del candomblé, la religione sincretica afro-brasiliana che si formò in Bahia dall'incontro delle varie etnie che, sottoposte alla cristianizzazione forzata, furono costrette a nascondere le loro credenze nei simboli del cattolicesimo.
Significativamente nei testi del samba si ritrovano tali divinità ed il poeta Vinicius de Moraes con il chitarrista Baden Powell rivendicarono tale origine scrivendo afro-samba dedicati agli dei del candomblé. Il termine samba sembra derivi da due parole africane: sam ("paga!") e ba ("ricevi!"). Il samba fu coltivato sui morros ("colline") dove gli emarginati costruivano le favelas in cui vivevano, ma divenne termine ufficiale per definire questo tipo di musica (con i suoi vari generi) nel 1917, quando venne inciso il primo disco[2].
Pelo Telefone (1917), di Donga (Ernesto dos Santos) e di Mauro Almeida (detto Peru dos pés frios cioè "Tacchino dai piedi freddi"), è considerato la prima registrazione samba. Il relativo successo ha trasportato il nuovo genere fuori dai ghetti neri. Il testo di Pelo Telefone parla del capo della polizia che manda a chiamare il sambista per calmare la confusione e l'agitazione del gioco d'azzardo bicho; ciò fa comprendere l'origine del samba come espressione umile, emarginata, accomunato alla delinquenza comune e comunque elemento di disturbo sociale. È singolare il fatto che allora la polizia, quando arrestava qualcuno per vagabondaggio o aspetto poco raccomandabile, controllasse se avesse callosità sui polpastrelli della mano sinistra; queste erano considerate sicuro indizio di reato poiché si trattava di suonatore di violão, dunque malandro o sambista.
A Rio il samba fu coltivato nella casa di Tia Ciata (Maria Hilaria Baptista de Almeida) a Praça Onze; Tia Ciata era una bajana trasferitasi a Rio, sacerdotessa del Candomblé, e la sua casa era il punto di incontro dei più famosi sambisti (Sinhò, Donga, Heitor dos Prazeres, Pixinguinha, Caninha, Joao da Baiana ed altri). Il samba si insediò sui morros (colline) di Rio, dando vita alle famoseescolas di samba, di cui la più famosa e quella di Mangueira, frequentata anche da Antonio Carlos Jobim, Luiz Bonfá, Chico Buarque de Hollanda, che le hanno dedicato molte musiche. A Mangueira appartengono anche il più grande sambista popolare, Agenor de Oliveira (più famoso come Cartola perché, essendo muratore, portava un cappello di carta), Nelson Sargento, attualmente ancora attivo, Alcione, Joao Nogueira, Leci Brandao e molti altri grandi sambisti.

Il samba di Bahia ha trovato i suoi massimi interpreti in Dorival Caimmy, Wilson Simonal e Jorge Ben Jor, e poi in Joao Gilberto, che dal samba si spinge, insieme a Jobim, fino alla bossa nova, una forma di samba molto raffinata che, grazie a Jobim, utilizza armonizzazioni molto complesse ricavate dalle tecniche semitonali deljazz. Fu esportato con successo in Europa da Tati Casoni.

DANZE LATINE: Paso Doble

E' una danza spagnola nata nei primi anni del 1900 nell'ambiente culturale e sociale delle arene. Le figure coreiche sono però una costruzione che è venuta cronologicamente dopo, rispetto alla musica. In pratica, inizialmente, si trattava di una particolare base musicale che accompagnava la sfilata delle quadriglie negli spettacoli di corrida.
La musica era potente, molto ritmata e coinvolgente: il semplice passo di camminata diventava una marcia militare. Uno squillo di tromba annunciava l'inizio della esecuzione musicale.
Il ritmo del paso doble somiglia molto a quello della passacaglia (che da passacalle significa canzone di strada), una danza che già nel XVII secolo veniva usata durante le feste pubbliche e le grandi cerimonie politiche e militari. La differenza consiste nel fatto che il paso doble raggiunge un più alto livello artistico e produce una maggiore carica di vitalità e di brio. Per questo motivo, con l'affermazione del paso doble, la passacaglia sparì. Per quanto riguarda il ballo, l'architettura di base potrebbe avere origini greche e/o siriane: la cultura e il folclore spagnoli hanno aggiunto sia la maestosità stilistico-formale che la caratterizzazione attinente all'atmosfera delle arene zeppe di focosi spettatori. Inoltre, al motivo musicale, fin dai primi anni, si aggiunse la base ritmica delle nacchere che in Spagna contraddistinguono le principali danze popolari.
Le figure costruite per questo ballo sono di grande spessore artistico, tutte ispirate alle azioni del torero nella lotta contro il toro. Non è facile ballare il paso doble se non si entra nello spirito giusto.
La coppia deve essere motivata, deve esprimere energia, deve mantenere un rigore formale costante in tutti i movimenti. In questa danza sono coinvolte tutte le parti del corpo: le gambe, le mani, lo sguardo, il volto nel suo insieme.
Il cavaliere deve dimostrare carattere e forza fisica notevoli. Deve tenere la dama con la stessa decisione adottata dal torero mentre gestisce la capa, il drappo rosso usato per provocare la carica del toro. Il corpo della dama deve essere scattante: docile e nervoso. La presa non viene mai abbandonata, sia nei volteggiamenti della dama che avvengono in posizione di promenade, sia negli scarti a destra e sinistra, sia nelle figure di separation seguite da dinamiche azioni di recupero. Nel corso degli anni il paso doble ha assimilato anche diverse figure appartenenti al flamenco e ha elevato a figura-simbolo il sur place che impone di battere il tacco ad ogni chiusura di piedi.
Il successo del ballo è stato ulteriormente esaltato dal fenomeno della creazione artistico-musicale: siccome la corrida è stata sempre considerata una specie di 'sport' nazionale spagnolo, i più famosi compositori di questa terra si sono cimentati a produrre opere di pregio per i grandi toreri che di volta in volta sono diventati eroi nazionali ed internazionali.

Ricordiamo tre autori e le rispettive opere: Pascual Parquina: Espana cani; Antonio Alvarez: Suspiros de Espana; Lopèz Juarranz: La giralda.

Il paso doble come ballo fu esportato in tutta Europa. In Francia e in Inghilterra ebbe notevole successo. Molti studiosi si dedicarono alla sua codificazione. Il primo manuale con la standardizzazione dei passi è inglese e risale al 1938.



DANZE LATINE: curiosità JIVE

Il jive o jive jazz è una danza in ritmo di 4/4 proveniente dal Nordamerica. Veniva ballata dagli afroamericani durante gli anni quaranta e rientra tra le discipline latino-americane.
Fu inventata ad Harlem nella notte del 21 maggio 1927 al Savoy Ballroom. In quella data si stava festeggiando un importante avvenimento: Charles Lindbergh era riuscito a trasvolare l'oceano Atlantico ed era arrivato "vittorioso" a Parigi. Nella sua prima formulazione, il jive fu ballato esclusivamente da danzatori neri. Successivamente fu ripreso dai bianchi che vi aggiunsero numerose figure e vi apportarono modifiche tecniche che ne complicarono e appesantirono l'esecuzione. Dopo la seconda guerra mondiale, con l'evoluzione del jazz verso il bebop, il break-away diventò la base del rock 'n' roll, mentre il jive fu sottoposto ad una serie di revisioni e perfezionamenti stilistici che ne hanno fatto uno dei balli ancor oggi più prestigiosi a livello internazionale.

Era un'epoca di forte recessione economica ma di grande sviluppo per il ballo; le orchestre statunitensi di musica da ballo erano in forte competizione tra di loro e tutte alla ricerca di motivi con i quali distinguersi dalle altre. Il direttore di una di queste, Benny Goodman, effettuò degli esperimenti con il tempo di musica del foxtrot; egli cambiò gli accenti spostandoli dal primo e dal terzo batti­to rispettivamente al secondo e al quarto, ottenendo il ritmo della musica swing. I ballerini adattarono a que­sto nuovo stile di composizione nuovi passi e nuove figure, ispirandosi al Lindy hop, prima versione del rock and roll. Alcuni anni dopo i soldati americani e canadesi diffusero lo swing durante la seconda guerra mondiale nelle varie nazioni dove combatterono. In Francia questo nuovo ballo venne chiamato be-bop, in Germania Blues Boogie, in Italia boogie woogie e nel Regno unito Jive.

DANZE LATINE: curiosità - storia del CHA CHA

E' opportuno precisare che l'adozione relativamente recente (1951) dell'espressione'cha cha cha' non significa che la data di nascita della danza sia la stessa della sua denominazione ufficiale: i movimenti di base, quantunque non precisamente codificati, potevano già esistere prima che si arrivasse alla formalizzazione musicale di questo nuovo genere.
Per la maggior parte degli studiosi, le origini delle movenze del CHA CHA CHA sono collocabili a Cuba all'inizio del 1900, nel periodo in cui si svilupparono son, danzòn, rumba e mambo. Sul significato dell’espressione CHA CHA CHA ci sono diverse ipotesi: la voce cha cha cha è un’onomatopea, sta a indicare il ritmo specifico del ballo. In pratica rappresenta il suono di uno strumento di accompagnamento (qualunque esso sia stato) che all'origine ne segnava la cadenza (base ritmica). Riproduce il suono ritmico delle scarpe sul pavimento nell’esecuzione del triplo passo. Questa ipotesi ci fa pensare a una danza eseguita non all'aperto, su pavimenti sconnessi, ma in locali con pavimenti levigati. Lo chassè è una figura che richiede il pattinamento veloce dei piedi; pertanto vuole una superficie liscia e non, ad esempio, di terra battuta o coperta a prato. CHA CHA è anche il nome di un sonaglio costruito col baccello di alcune piante. Nei balli di gruppo, nelle danze propiziatorie e nelle manifestazioni religiose con accompagnamento di musiche e canti, le guide che avevano compito di coordinamento usavano tale sonaglio per scandire il tempo e per segnalare la fine delle pause. Anche in tal caso si può tirare in ballo il discorso dell’onomatopea, in questo senso: il sonaglio era agitato sul motivo/ritmo CHA CHA + pausa.                                          

Enrique Jorrin adottò l'espressione cha cha cha nel 1951 (dopo averlo in precedenza chiamato 'mambo-rumba'). Egli, per definire in modo univoco una danza che andava assumendo precisi connotati rispetto a danzòn, rumba e mambo, scelse una denominazione che faceva direttamente riferimento alla triplice marcatura della base ritmica da parte dei danzatori. In realtà, Jorrin non aveva inventato niente: era un attento osservatore di ciò che succedeva in pista, oltre ad essere un bravissimo arrangiatore di mambo e danzòn. Mentre, a una festa,eseguiva un mambo, notò che alcuni ballerini non effettuavano la pausa sul battito slow, ma continuavano a muovere i piedi in chassè. Magari non erano ballerini provetti ma semplici improvvisatori. Sta di fatto che eseguivano un movimento efficace dal punto di vista coreico. Tanto è vero che Jorrin ne fu positivamente colpito. Si deve, a tale proposito, solo aggiungere, che all'epoca si ballava per imitazione; per cui è ipotizzabile che quel triplo passo che Jorrin vedeva per la prima volta fosse già largamente usato al di fuori delle conoscenze ufficiali.   Molti studiosi considerano questo ballo una derivazione del mambo, anzi una sua riproposizione in chiave moderata. Altri affermano che esso derivi direttamente dal danzòn. E' interessante soffermarsi a riflettere proprio sulla prima denominazione inventata da Enrique Jorrin. Egli fu, in assoluto, il primo musicista a costruire l'impalcatura ritmica del cha cha cha, formalizzandolo musicalmente. Ma quando si trovò di fronte al problema di trovare un nome, non riuscì a far di meglio che chiamarlo 'mambo_rumba'. Il motivo di questa sua scelta sta nel  fatto che egli percepiva non tanto o non ancora un genere autonomo e del tutto originale, ma un miscuglio, sia pure riuscito, di ritmi e sonorità preesistenti nelle danze caraibiche e latino-americane. Jorrin era realmente convinto che la semplice amalgamazione di elementi di rumba e di elementi di mambo non portasse oltre quanto già visto negli ambiti separati di rumba e di mambo, appunto. In realtà, ciò avveniva solo perché mambo, rumba e danzòn erano danze e generi musicali già consolidati, mentre il cha cha non esisteva autonomamente. Ma Enrique Jorrin era un grande compositore: credette fino in fondo di poter inventare un nuovo ritmo, usando ingredienti familiari e domestici. E lo fece alla grande: perché il cha cha cha, da lui, è diventato uno dei più famosi generi musicali e dei più grandi balli di tutti i tempi. Il cha cha cha si diffuse sia come musica sia come ballo dal 1950. Negli USA era quasi una moda nel 1953, grazie a orchestre importantissime come Orquesta America e grazie a grandi musicisti come Tito Puente, Xavier Cugat e Perez Prado. Si formarono orchestre e gruppi specializzati con un alto numero di elementi addirittura fino a quindici. La base ritmica lenta incoraggiava anche la formazione di gruppi vocali: molte furono le canzoni scritte su musiche di cha cha cha. Nel 1954 Enrique Jorrin portò in Messico questo nuovo genere musicale: raggiunse un successo enorme. Ebbe tantissime richieste, dai locali, dalla radio, dalla televisione; al punto tale che per diversi anni lavorò con la sua orchestra esclusivamente nel Messico. Nei primi anni '50 il cha cha cha si diffuse in quasi tutta l'America Meridionale, mentre a Cuba esplodeva con la forza di una moda irresistibile. In Europa questo ballo è arrivato nel 1954. In Italia è entrato nel 1958, senza però ottenere immediatamente un grande successo. Gli osservatori dell'epoca registrarono tiepide reazioni, sia da parte dei ballerini sia da parte delle masse. Negli anni 1959-60, mentre in America e in Inghilterra era un ballo affermato con un vasto seguito di appassionati, in Italia rimaneva nell'ombra. All'improvviso, nel 1961, ebbe un inaspettato exploit grazie ad una soubrette all'epoca famosa, Abbe Lane (compagna di Xavier Cugat) che, attraverso il piccolo schermo, fece innamorare gli italiani: delle sue curve e contemporaneamente del cha cha cha. Da quel momento si è stabilizzato nelle abitudini e nelle preferenze del nostro popolo.

DANZE LATINE: Cenni sulla storia della Rumba

Nasce formalmente a Cuba nella regione di Matanzas nel 1878, subito dopo l’abolizione della schiavitù.
Nata dall’innesto di ritmi africani sulla più antica habanera, questa danza, è caratterizzata da movimenti ondulatori e moleggianti del corpo. La versione originale della rumba, nata come danza popolare, è vivacissima e ha un fondo di palese erotismo. Così come la yuka infatti, in alcune delle sue versioni la rumba si esprime in una pantomima in cui viene rappresentata la richiesta d’amore da parte dell’uomo che cerca di sedurre la donna attraverso movimenti di ballo specifici.
Quando fu introdotta nelle sale da ballo americane ed europee (dove fu in voga in special modo negli anni Trenta), la rumba perse  gran parte dell’originale aggressività; il ritmo divenne più lento e caratterizzato da flessuosi movimenti delle anche.
A questo proposito Romulo Lachatañeré, grande studioso cubano (allievo di Fernando Ortiz) così chiude nel 1943, sulla rivista “Norte” di New York, un suo polemico intervento sulla snaturalizzazione messa in atto dalla fagocitante industria dello spettacolo statunitense nei confronti della cultura afrocubana.
Oggi delle numerosissime forme antiche della rumba, quali la Jiribilla (o Giribilla), il Palatino, la Tahona, la Rumba Tonada, la Reseda, la Mamá-buela, la Mandunga e la lenta Yambú, ben poco è sopravvissuto al di fuori del teatro. Tra gli elementi squisitamente popolari rimane però la Guaguancó, lunga danza galante, caratterizzata da un movimento pelvico, fortemente erotico, chiamato vacunao, con il quale il ballerino intende possedere simbolicamente la compagna di ballo; al vacunao la ballerina risponde con il botao, che può essere di accettazione e sottimissione ma anche, nel caso di un ancheggiamento e uno spostamento laterale come per sfuggire al corteggiamento, di rifiuto.
…la chiave della rumba è la fusione del tempo con il corpo: bisogna rispondere, adeguarsi, seguire e anticipare il tempo e musica… rumba significa festa e divertimento, eppure, per un rumbero, in alcune situazioni, la rumba muta da intrattenimento a connessione fisica e spirituale…

Un grosso ringraziamento ad Albertico Calderon

DANZA E MEDICINA


LA DANZA DI COPPIA
Se ogni tipo di ballo o danza, individuale di coppia o collettivo, è prima di tutto un piacere, nulla eguaglia l’emozione di muoversi all’unisono con il corpo di un partner dell’altro sesso. Dalle danze caraibiche al valzer, si assiste alla riscoperta del piacere del ballo di coppia un po’ a tutte le latitudini; ma il re delle danze di coppia probabilmente è il Tango Argentino; l’intesa del linguaggio del corpo tra il tanguero e la seguidora e l’empatia che si crea praticando “il pensiero triste che si balla” non ha eguali in nessun altro ballo. Da qualche anno in tutt’Italia fioriscono scuole e si aprono milonghe nella migliore tradizione di Buenos Aires dove, oltre ad ascoltare buona musica e a praticare il ballo, si può respirare un po’ dell’atmosfera porte?a, fatta di passione, nostalgia e piccoli codici comportamentali .
Vedere una coppia che balla il tango: rapita dai propri sentimenti, concentrata sulle sensazioni che scambia col partner, assorta in quel magico momento può dare un’idea delle intense emozioni che il tango scatena; ma solo dopo averlo provato si può realmente capire perché il tango è stato anche definito
“una storia d’amore che dura tre minuti”.


a cura del Dott. Luca Michelini, Specialista in Medicina dello Sport - Coreografo 

Nicola and Assunta Chiansese, ITA | 2014 PD Euro STD Showdance | DanceSp...

Nicola Chianese - Assunta Chianese, ITA | 2013 PD World Cup Show Dance

LA PREPARAZIONE ATLETICA DEL BALLERINO DI BALLI DI COPPIA.

Assistere ad una gara di danza sportiva o ad un'esibizione di professionisti di balli di coppia significa garantirsi una serata di grande spettacolo e divertimento.
Ci sono persone che pagano volentieri il biglietto solo per godersi la vista dei ricchi e fantasiosi abiti delle dame, ma in queste serate il vero spettacolo nasce da ogni dettaglio: le acconciature, le coreografie, le musiche, le espressioni dei danzatori, il loro portamento, il modo di danzare e di interpretare la musica e la coreografia e, soprattutto, il loro sapere stare sulla scena: insomma, la loro abilità di ballerini.

http://www.benessere.com/fitness_e_sport/arg00/ballo.htm

Articolo tratto da benessere.com a cura di Alessandro Ruffili