E' opportuno precisare
che l'adozione relativamente recente (1951) dell'espressione'cha cha cha' non
significa che la data di nascita della danza sia la stessa della sua denominazione
ufficiale: i movimenti di base, quantunque non precisamente codificati, potevano
già esistere prima che si arrivasse alla formalizzazione musicale di questo nuovo
genere.
Per la maggior parte
degli studiosi, le origini delle movenze del CHA CHA CHA sono collocabili a
Cuba all'inizio del 1900, nel periodo in cui si svilupparono son, danzòn, rumba
e mambo. Sul significato dell’espressione CHA CHA CHA ci sono diverse ipotesi: la
voce cha cha cha è un’onomatopea, sta a indicare il ritmo specifico del ballo.
In pratica rappresenta il suono di uno strumento di accompagnamento (qualunque
esso sia stato) che all'origine ne segnava la cadenza (base ritmica). Riproduce
il suono ritmico delle scarpe sul pavimento nell’esecuzione del triplo passo.
Questa ipotesi ci fa pensare a una danza eseguita non all'aperto, su pavimenti
sconnessi, ma in locali con pavimenti levigati. Lo chassè è una figura che
richiede il pattinamento veloce dei piedi; pertanto vuole una superficie liscia
e non, ad esempio, di terra battuta o coperta a prato. CHA CHA è anche il nome
di un sonaglio costruito col baccello di alcune piante. Nei balli di gruppo,
nelle danze propiziatorie e nelle manifestazioni religiose con accompagnamento
di musiche e canti, le guide che avevano compito di coordinamento usavano tale
sonaglio per scandire il tempo e per segnalare la fine delle pause. Anche in
tal caso si può tirare in ballo il discorso dell’onomatopea, in questo senso:
il sonaglio era agitato sul motivo/ritmo CHA CHA +
pausa.
Enrique Jorrin adottò
l'espressione cha cha cha nel 1951 (dopo averlo in precedenza chiamato 'mambo-rumba').
Egli, per definire in modo univoco una danza che andava assumendo precisi connotati
rispetto a danzòn, rumba e mambo, scelse una denominazione che faceva
direttamente riferimento alla triplice marcatura della base ritmica da parte
dei danzatori. In realtà, Jorrin non aveva inventato niente: era un attento
osservatore di ciò che succedeva in pista, oltre ad essere un bravissimo
arrangiatore di mambo e danzòn. Mentre, a una festa,eseguiva un mambo, notò che
alcuni ballerini non effettuavano la pausa sul battito slow, ma continuavano a
muovere i piedi in chassè. Magari non erano ballerini provetti ma semplici
improvvisatori. Sta di fatto che eseguivano un movimento efficace dal punto di
vista coreico. Tanto è vero che Jorrin ne fu positivamente colpito. Si deve, a
tale proposito, solo aggiungere, che all'epoca si ballava per imitazione; per
cui è ipotizzabile che quel triplo passo che Jorrin vedeva per la prima volta
fosse già largamente usato al di fuori delle conoscenze ufficiali.
Molti studiosi considerano questo ballo una derivazione del mambo, anzi una sua
riproposizione in chiave moderata. Altri affermano che esso derivi direttamente
dal danzòn. E' interessante soffermarsi a riflettere proprio sulla prima
denominazione inventata da Enrique Jorrin. Egli fu, in assoluto, il primo
musicista a costruire l'impalcatura ritmica del cha cha cha, formalizzandolo
musicalmente. Ma quando si trovò di fronte al problema di trovare un nome, non
riuscì a far di meglio che chiamarlo 'mambo_rumba'. Il motivo di questa sua
scelta sta nel fatto che egli percepiva non tanto o non ancora un genere
autonomo e del tutto originale, ma un miscuglio, sia pure riuscito, di ritmi e
sonorità preesistenti nelle danze caraibiche e latino-americane. Jorrin era
realmente convinto che la semplice amalgamazione di elementi di rumba e di
elementi di mambo non portasse oltre quanto già visto negli ambiti separati di
rumba e di mambo, appunto. In realtà, ciò avveniva solo perché mambo, rumba e
danzòn erano danze e generi musicali già consolidati, mentre il cha cha non
esisteva autonomamente. Ma Enrique Jorrin era un grande compositore: credette
fino in fondo di poter inventare un nuovo ritmo, usando ingredienti familiari e
domestici. E lo fece alla grande: perché il cha cha cha, da lui, è diventato
uno dei più famosi generi musicali e dei più grandi balli di tutti i tempi. Il
cha cha cha si diffuse sia come musica sia come ballo dal 1950. Negli USA era
quasi una moda nel 1953, grazie a orchestre importantissime come Orquesta
America e grazie a grandi musicisti come Tito Puente, Xavier Cugat e Perez Prado.
Si formarono orchestre e gruppi specializzati con un alto numero di elementi addirittura
fino a quindici. La base ritmica lenta incoraggiava anche la formazione di
gruppi vocali: molte furono le canzoni scritte su musiche di cha cha cha. Nel
1954 Enrique Jorrin portò in Messico questo nuovo genere musicale: raggiunse un
successo enorme. Ebbe tantissime richieste, dai locali, dalla radio, dalla
televisione; al punto tale che per diversi anni lavorò con la sua orchestra
esclusivamente nel Messico. Nei primi anni '50 il cha cha cha si diffuse in
quasi tutta l'America Meridionale, mentre a Cuba esplodeva con la forza di una
moda irresistibile. In Europa questo ballo è arrivato nel 1954. In Italia è
entrato nel 1958, senza però ottenere immediatamente un grande successo. Gli
osservatori dell'epoca registrarono tiepide reazioni, sia da parte dei
ballerini sia da parte delle masse. Negli anni 1959-60, mentre in America e in
Inghilterra era un ballo affermato con un vasto seguito di appassionati, in
Italia rimaneva nell'ombra. All'improvviso, nel 1961, ebbe un inaspettato
exploit grazie ad una soubrette all'epoca famosa, Abbe Lane (compagna di Xavier
Cugat) che, attraverso il piccolo schermo, fece innamorare gli italiani: delle
sue curve e contemporaneamente del cha cha cha. Da quel momento si è
stabilizzato nelle abitudini e nelle preferenze del nostro popolo.
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